FAKE NEWS: ripuliamo le notizie che fanno male all’ambiente

Cosa fai a fare la differenziata che poi gli operatori ecologici mischiano tutto insieme?
Questa è una vecchia leggenda metropolitana!!!!
Oggi nei nostri comuni non esistono più i cassonetti e la raccolta porta a porta garantisce il destino del nostro rifiuto. Ciascun giorno della settimana è dedicato alla raccolta di un rifiuto, raccolto in modo differenziato (anche nel caso in cui si tratti di residuale), che gli operatori addetti alla raccolta portano negli impianti di trattamento.
Ogni tipologia di rifiuto ha un impianto di trattamento specifico che ne permette la valorizzazione e la trasformazione di una parte di esso in prodotto da avviare a recupero così da generare un ricavo economico attraverso la filiera di riferimento.
Posso utilizzare qualsiasi sacchetto per la raccolta del rifiuto organico
Per un corretto trattamento dei rifiuti organici e per la produzione di compost di qualità è fatto obbligo di utilizzare i sacchetti in materiale biodegradabile e compostabile certificati a NORMA UNI EN 13432 in carta o in bioplastica.
ATTENZIONE!!! I sacchetti di plastica non biodegradabile oltre ad essere fuori norma, durante il trattamento del rifiuto organico, diventano un materiale che deve essere conferito necessariamente in discarica, che oltre al danno ambientale, aumenta i costi ricadenti sulla collettività.
Le bioplastiche non possono essere conferite nell’umido: si degradano in tempi troppo lunghi
Le bioplastiche si trasformano in compost senza rilasciare metalli pesanti e senza effetti negativi per l’ambiente: lo garantisce lo standard EN 134321.
In commercio troviamo vari imballaggi in bioplastica: oltre ai sacchetti per la frutta e verdura, ci sono vari imballaggi alimentari vassoi, vaschette, retine o stoviglie e capsule del caffè…. Ma ATTENZIONE!! devono avere almeno uno di questi simboli.

Questi rifiuti vanno messi nell’UMIDO, insieme ai rifiuti organici

Basta fare correttamente la raccolta differenziata per risolvere i problemi dei rifiuti
Una corretta separazione dei rifiuti è solo il primo passo per una corretta gestione del ciclo dei rifiuti: a monte rende più semplici e meno onerosi i processi di recupero e separazione a valle, operati dagli impianti di valorizzazione. Tuttavia, rimane una quota di “sovvalli” che possono essere ulteriormente valorizzati con la trasformazione in energia.
I termovalorizzatori risolverebbero tutti i problemi dei rifiuti
Falso! Primo perché nel rifiuto urbano è presente una grande quantità di rifiuto umido che va rimosso prima dell’avvio a combustione poiché rende meno efficienti i processi termici. Secondo, perché non in linea con le disposizioni normative nazionali ed europee che portano a massimizzare il recupero di materia; terzo, perché il mancato recupero di materia toglie una quota importante di ricavo economico derivante dalle filiere di riciclo degli imballaggi, i cui costi aggiuntivi ricadrebbero sulla TARI e quindi a carico dell’utente.
Il recupero di materia è il processo più costoso
No. Attraverso i consorzi di filiera del sistema CONAI si generano significativi flussi economici a favore dei comuni e dei cittadini. Inoltre, anche i processi impiantistici di recupero del rifiuto residuale permettono di ridurre i costi complessivi della filiera di riferimento.
Va aggiunto che i processi di recupero impiantistico dei rifiuti hanno una ricaduta sociale significativa poiché generano almeno 1 occupato ogni 1.500 tonnellate trattate. Il dato nazionale di incremento occupazionale sull’intera filiera del riciclo del rifiuto urbano è di almeno 70.000 occupati, con un valore aggiunto in termini economici pari a 2,3 miliardi di Euro (Fonte CONAI).
Il recupero di materia è in contrasto e in antitesi ai termovalorizzatori
Non sono processi in antitesi ma complementari. I processi di trattamento, valorizzazione e recupero di materia producono sovvalli dall’elevato potere calorifero che permettono ai termovalorizzatori di essere alimentati con un combustibile di migliore qualità ambientale.
I cementifici possono sostituire i termovalorizzatori per eliminare i rifiuti
Falso. I cementifici possono utilizzare il CSS (Combustibile Solido Secondario) prodotto da appositi impianti di trattamento rifiuti nel rispetto della norma comunitaria UNI-ISO 21640/2021. L’utilizzo del CSS-c in sostituzione del Pet-Coke è decisamente meno inquinante e ambientalmente corretto. Tale sostituzione è essenziale ai fini della riduzione delle quantità di CO2 emesse, restituendo competitività al settore.
Non tutto il rifiuto può essere avviato a termovalorizzazione o a trattamento termico.
Il compost inquina i terreni perché contiene plastiche e vetri
Il compost è il risultato di un attento processo di maturazione biochimica della frazione organica conferita dal cittadino. È un processo che in natura avviene normalmente ma con tempi più lunghi. Gli standard aziendali prevedono rigorosi controlli dei conferimenti presso gli impianti e il respingimento nei casi di frazione estranea superiore al 10%.
Completato il ciclo di maturazione, il materiale viene sottoposto a due o tre vagliature per rimuovere ogni residuo di rifiuto non conforme. Il nostro compost è sottoposto ad un’attenta gestione della tracciabilità e prima della sua commercializzazione ogni lotto viene analizzato per verificare la rispondenza ai parametri normativi dettati dal Decreto Legislativo n. 75/10.